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Il Frantoio Giocondo Dal 1930 Dove Comprare Olio A San Vito Chietino In Abruzzo

Il Frantoio Giocondo dal 1930 dove comprare olio a San Vito Chietino in Abruzzo

Dino, ingegnere meccanico e curatore del Frantoio Giocondo a San Vito Chietino, racconta  a Weekend Abruzzo la storia della sua famiglia, l’evoluzione del frantoio dal 1930 ad oggi, i prodotti e i progetti di un’azienda in continua crescita.

 

Ieri l’obiettivo era raccogliere ogni singola goccia.

Oggi in un’ora investiamo il lavoro di un anno.

Per questo è necessario avere passione, competenze, professionalità e trasparenza.

In questo articolo scopriremo le vicissitudini  incredibili di padri e di figli, di nonni e di nipoti, di invasioni e di guerre, di paure e di ricerca, di separazioni e di ricongiunzioni famigliari.

Il frantoio Giocondo, non fa semplicemente dell’ Olio,  crea emozioni, relazioni, innova, sperimenta e condivide, così come  un ottimo olio farebbe con una semplice fetta di pane.

Perché quando una cosa è buona è buona, lo è senza artifizi, così come l’olio sul pane, figuriamoci con il resto…

Dove acquistare dell’ottimo olio a San Vito Chietino e magari fare anche un’esperienza?

Il Frantoio Giocondo a San Vito Chietino e Weekend Abruzzo

Il prodotti del Frantoio Giocondo

Il frantoio Giocondo propone oltre alle attività classiche di cura di oliveti e gestione della trasformazione delle olive in olio anche: 

  • degustazioni e acquisto di prodotti in azienda,
  • visite guidate
  • attività con i turisti

Lo studio è alla base dei loro obiettivi futuri, hanno dato vita ad un nuovo uliveto sperimentale impiantando diverse cultivar alloctone già consolidate in  in Abruzzo che sconosciute.

Questo per garantire nuovi ed interessanti prodotti e per spiegare a me cosa vuol dire Cultivar 😅 😂

Giocondo Frantoio: l’incontro con Dino, nipote dei nipoti 

Allora questa prima parte della storia è importante, perché Dino, ora curatore dell’azienda insieme a sua moglie  Cinzia, suo padre Nicola e Maria sua mamma ❤️

Maria in particolare, ha rinunciato alla sua professione di maestra per accompagnare interamente Giocondo 2 nel lavoro del frantoio.

Maria è la fondamentale figura erede della sapienza di Giocondo 2.

Prima di raccontarmi tutto ha dovuto spiegarmi bene la questione di Giocondo 1 – Nicola – Giocondo 2- Nicola – Dino.

AH badate bene, Dino è il diminutivo di Giocondino!!!!

La storia della famiglia De Santis e del frantoio Giocondo

C’era una volta nel 1930 a San Vito Chietino un carrettiere di nome Giocondo.

Possedeva un carro e una mucca, un figlio di nome Nicola, un frantoio e una pressa a pietra per la macina dell’olio.

Che cosa faceva un carrettiere? ( è la prima domanda che ho fatto)

Giocondo 1, in particolare trasportava per sé e per terzi con il suo carro e con la sua mucca i mattoni dalla fornace sita sulla costa dei trabocchi a Marina di San Vito Chietino. 

Oggi la ex fabbrica dei mattoni è ancora lì… in disuso, ma è ancora lì.

Possedeva, un frantoio e vista l’importanza dell’olio nelle case delle persone, pensò che quello poteva essere un investimento  per il futuro.

Nicola suo figlio, nel cercare di contribuire a questo sogno e vedendo che suo padre stava avanzando con l’età decise di migrare per gli Stati Uniti con l’obiettivo di sostenere economicamente  moglie, i suoi tre figli e il nonno.

Uno dei tre figli di Nicola, si chiamava anch’esso Giocondo (da ora in poi Giocondo 2).

Sentiva la responsabilità di una famiglia con un padre lontano e un frantoio da dover mandare avanti.

La sua condizione, senza né mezzi né denari, fu la leva principale del suo ingegno.

Infatti Dino, definisce suo nonno Giocondo 2, un uomo dalle grande capacità, ingegnoso e laborioso.

Nel frattempo, la seconda guerra mondiale obbligò Gioconodo 2 a partire sul fronte in Jugoslavia, così come suo fratello.

Rientrò a casa a San Vito Chietino solo nel 1943 con l’intento di ridar vita e ricostruire il famoso frantoio di suo nonno Giocondo 1.

Curiosità: pare che simpatizzò con gli inglesi, i quali lasciarono anche della strumentazione utile al lavoro del frantoiano, oggi presente in azienda.

Chi era Giocondo 2  e cosa vuol dire essere frantoiano?

Il frantoio Giocondo e la memoria di Giocondo e Weekend Abruzzo

La foto di Giocondo 2

Era un agricoltore, ma soprattutto un frantoiano.

Dino mi ha spiegato bene che un Frantoiano era una persona meticolosa in grado di risolvere diversi e tanti problemi in pochissimo tempo. 

Quindi nella mia testa  è paragonabile ad un moderno manager e problem solver nel mondo aziendale  e ad un orafo preciso e scrupoloso nel mondo dell’artigianato.

L’obiettivo di Giocondo era quello di estrarre fino all’ultima goccia di quella ricchezza che tanto apparteneva ai nostri compaesani qui in Abruzzo: le olive e l’olio.

Negli anni ’60 il frantoio Giocondo si ampliò trasformandosi i in un’attività moderna e strutturata.

Gli ingredienti che sono stati aggiunti oggi sono:  lo studio, la sperimentazione e il rafforzamento del legame con il territorio.

Grazie Dino e Cinzia per avermi accolto per raccontarmi questa storia avvincente, di cui ho tralasciato dei particolari che terrò per me 😉

Dopo tutto questo racconto, sono entrata in azienda e sembrava che quelle persone, perfino i tedeschi, gli inglesi fossero tutti lì, come in un grande teatro ❤️

Intervista a Dino del Frantoio Giocondo 

1- Durante il nostro incontro mi hai raccontato, con gli occhi illuminati, la storia della tua famiglia e soprattutto dell’impegno di tuo nonno Giocondo nel non abbandonare un sogno famigliare che tra difficoltà e seperazioni è giunto fino a te. 
Cosa ti ha spinto a tornare con la tua famiglia dopo anni di studio e lavoro fuori Regione, qui in Abruzzo?

La caparbietà di voler dare il mio contributo alla crescita e sviluppo del nostro territorio portando in esso le esperienze di vita e culturali acquisite altrove.

Il portare avanti un’attività storica della nostra famiglia fatta di realtà, tradizione e artigianalità.

La convinzione di poter usufruire di una elevata qualità della vita fatta di cose semplici e reali: ambiente, cibo, rapporti sociali. Sia per noi che che per i nostri figli.

2- Quale è per te il vero senso del lavoro artigiano e quali sono le vostre priorità in termini aziendali nel portare avanti questo nobile mestiere?

L’artigianalità vuol dire per me espressività, creatività e libertà nel fare un qualcosa che ti piace e che ti dà soddisfazione continua nel vederne i risultati.

3 – Cosa rende speciale il vostro frantoio?

Il considerarlo non come semplice attività produttiva ma come un mezzo di valorizzazione delle olive coltivate per un anno dagli agricoltori con molta cura e sopratutto molte aspettative.

Lavoriamo quindi con flessibilità produttiva per cercare di adattare le condizioni di processo alle caratteristiche delle olive.

 Personalizziamo l’estrazione dell’olio per andare in contro alle aspettative organolettiche degli agricoltori.

Curiamo in maniera maniacale la pulizia degli impianti, dei locali del frantoi.

Utilizziamo materiali di qualità per tubazioni, lubrificanti ed altri materiali particolari a contatto con l’olio     

4- Siete sempre in fermento, avete un legame molto forte con il territorio, tentate di collaborare con altre realtà locali, che cosa speri che migliori in questa nostra terra sanvitese o abruzzese?

Il capire che abbiamo ereditato e abbiamo in gestione grandi risorse paesaggistiche, agricole e culturali che dobbiamo assolutamente tramandare rendendole accattivanti per utenti adeguati a percepire tutto ciò.

Bisogna essere più organizzati ” ed onesti” per lavorare “in squadra” con correttezza di rapporti.

Bisogna attirare e “trattenere” chi ha idee vincenti per il territorio. 

Spero che gli operatori agronomici crescano culturalmente e professionalmente acquisendo sempre più competenze specialistiche.

5- Andiamo sul concreto, quali sono i vostri pezzi forte?
I prodotti che proponete?

Proponiamo 4 linee di extravergine con diversi caratteri organolettici fra cui:

  • un olio adatto per abbinamenti con pesce chiamato “Libeccio” vincitore di una medaglia d’oro in un concorso internazionale nel 2019;

  • ed uno fruttato medio, fresco ed erbaceo menzionato da molti anni nelle guide slow food e gambero rosso, il suo nome è “Salsedine”

6- Il vostro olio viene commercializzato non solo in Abruzzo, non solo in Italia, ma anche all’estero, chi sono i clienti più attenti nella scelta dei prodotti?

Vendiamo sempre di più in Europa. 

Notiamo che gli stranieri sono consumatori attenti, acculturati e consapevoli .

Al contrario di molti italiani che preferiscono oli meno pregiati e quindi più dolci e meno fruttati, gli stranieri preferiscono gli oli amari e piccanti.

7- Quali sono i servizi che proponete e soprattutto avete qualche legame anche con il turismo?

 Ci piace accogliere turisti in frantoio per raccontare loro quello che facciamo, chi siamo, la nostra storia ed i nostri oli.

Cerchiamo di trasmettere la passione dell’olio ed il legame con il nostro territorio e la nostra cultura.

Abbiamo girato un documentario dove spieghiamo come produciamo olio dalla raccolta delle oliva alle varie fasi di trasformazione: lo mostriamo ai turisti che ci vengono a trovare.

Proponiamo ai turisti che ci vengono a trovare minicorsi di assaggio olio.

8 – Se tu potessi per un solo giorno, sederti per una sola ora con tuo nonno Giocondo, cosa gli diresti?

Raccontami quello che non hai fatto in tempo a dirmi quando eri con noi. 

E con questa ultima domanda, che per me era la più preziosa ringraziamo Il Frantoio Giocondo, tra le altre cose selezionato da diversi ristoranti locali, tra cui Essenza Cucina di Mare.

Anche voi volete raccontare la vostra storia a Weekend Abruzzo?

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Itinerari, esperienze e storie di persone abruzzesi sono dietro l’angolo.

Articolo di Sabrina Cesarone

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